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Con il passare del tempo il tessuto cutaneo va inevitabilmente incontro all’invecchiamento. Si assiste ad un cambiamento nei processi metabolici che regolano il mantenimento della struttura del tessuto cutaneo, i quali si traducono nella comparsa di rughe, lassità cutanea, secchezza e cedimento della pelle verso il basso. Tutto questo fa perdere al viso freschezza e luminosità, facendogli assumere un aspetto stanco e invecchiato.
La molecola chiave nel processo di invecchiamento cutaneo è il collagene,
una proteina che si trova nel derma, il tessuto connettivo
dell’epidermide. Per capire meglio possiamo andare ad esaminare più da
vicino la struttura del tessuto cutaneo. Vediamo che la pelle è composta da tre strati, che sono (a partire dall’esterno) epidermide, derma ed ipoderma o tessuto sottocutaneo.
L’epidermide è formata da cellule strette l’una all’altra ed ha una prevalente funzione di protezione verso gli strati più interni. Lo strato più esterno dell’epidermide è lo strato corneo, a sua volta ricoperto da una sorte di pellicola formata da acqua e sebo, il cosiddetto film idrolipidico superficiale. Questo strato è importante nel mantenere l’idratazione della pelle, sia nella parte superficiale e sia negli strati più profondi.
La parte idrofila ha infatti proprietà umettanti grazie alla presenza dell’NMF (Natural Moisturising Factor),
mentre la componente lipidica ha proprietà impermeabilizzanti e regola
l’evaporazione dell’acqua dalla superficie cutanea, mantenendo il
corretto grado di idratazione interna.
Il derma è la porzione centrale ed ha come funzione principale quella di sostegno. Al suo interno troviamo infatti una struttura formata da due proteine fibrose, il collagene e l’elastina. Queste formano una rete solida e stabile, una sorta di “impalcatura” a sostegno dell’epidermide,
e permettono alla pelle di mantenere caratteristiche quali elasticità e
compattezza. All’interno di questa rete si insinua una matrice
gelatinosa formata da acido ialuronico e acqua, la quale è invece importante per mantenere idratazione profonda, morbidezza e turgore del tessuto cutaneo.
Sotto il derma troviamo l’ipoderma o semplicemente tessuto sottocutaneo. È formato da tessuto adiposo, che aiuta ad ammortizzare gli stress di natura fisica, e tessuto muscolare che ha come funzione principale quella di mantenere il tono della pelle.
Con l’invecchiamento si verificano dei cambiamenti in tutti gli
strati. Quello più esterno è quello più esposto, e quindi più facilmente
suscettibile ai fattori esterni, tra i quali quelli atmosferici (sole, freddo, vento, ecc.). Le radiazioni UVA e UVB dei raggi solari predispongono al foto-invecchiamento,
dovuto principalmente all’azione dei radicali liberi, mentre freddo,
sbalzi di temperatura, ecc. vanno a danneggiare il film idrolipidico
superficiale, portando nel tempo ad una perdita di idratazione e quindi
ad un aumento della secchezza della pelle.
Nel derma diminuiscono invece le riserve di collagene e di elastina. Già a partire dai 25 anni di età, i fibroblasti iniziano a diminuirne la produzione,
per cui si arriva ad una situazione nella quale le molecole di nuova
produzione non sono più sufficienti a rimpiazzare le vecchie, le quali
vengono degradate. La struttura di sostegno dell’epidermide non è più
così efficiente, per cui si verifica una perdita di elasticità e
compattezza che porta alla comparsa di rughe e lassità cutanea.
Anche il tessuto adiposo e muscolare perdono rispettivamente spessore
e tono, causando un assottigliamento del tessuto che diventa così meno
tonico e resistente. Stimolare la produzione di collagene
e di elastina aiuta a rispristinare le riserve e prevenire
l’invecchiamento del tessuto. Tra le tecniche più moderne di medicina
estetica in grado di stimolare questo processo troviamo senza dubbio gli
ultrasuoni microfocalizzati ecoguidati.
L’azione degli ultrasuoni microfocalizzati ecoguidati
Tra le metodiche utilizzabili e di
uso più comune per la stimolazione della produzione di collagene vi sono
quelle meccaniche, come ad esempio il needling, quelle infiltrative,
come l’idrossiapatite di calcio o altri prodotti che, infiltrati nel
derma, vanno ad agire direttamente sul processo di biostimolazione dei
tessuti.
Quando, però, l’età avanza e il ciclo
naturale di rinnovo dei tessuti cutanei rallenta, i fibroblasti perdono
rapidamente la loro capacità di produrre collagene, acido ialuronico,
elastina e tutte le altre molecole fondamentali che compongono il
tessuto connettivo.
In questi casi è opportuno e indicato, a mio avviso, intervenire con una stimolazione più profonda, naturale e più efficace nel tempo, con gli ultrasuoni microfocalizzati ecoguidati.
Grazie a questi device di ultima
generazione, integrati necessariamente da una sonda ecografica, possiamo
osservare attentamente gli strati della pelle, identificare quelli più
idonei alla rigenerazione dei tessuti e trattarli in modo non invasivo.
Con Ultherapy® abbiamo la possibilità di andare ad intervenire più
profondità: 1.5 mm, 3 mm e anche 4.5 mm, dove c’è una struttura
muscolare, lo SMAS, su cui “poggia“ tutta la pelle, responsabile della
tensione e del turgore del volto.
Spiegare che gli ultrasuoni
microfocalizzati agiscono solo ed unicamente su questi strati è
importante; è per questo, infatti, che metto a disposizione il mio tempo
alle pazienti per una prima seduta di consulto.
La differenza tra lifting non chirurgico e chirurgico
Il lifting è da sempre l’intervento estetico praticato con l’obiettivo di ringiovanire il tessuto cutaneo. Il lifting chirurgico è una procedura che si esegue in sala operatoria,
per cui stiamo parlando di un intervento di chirurgia plastica.
Richiede come tutti gli interventi ricovero e anestesia. Il chirurgo
pratica delle microincisioni e distende la pelle laddove sono presenti
delle lassità evidenti, dando come risultato un volto più liscio e
disteso.
Al lifting chirurgico sono legati i rischi di un qualsiasi intervento
chirurgico, anche se parliamo di una procedura poco invasiva. Le
cicatrici non sono visibili, perché le microincisioni sono praticare in
punti strategici sfruttando le naturali pieghe della pelle, ma in ogni
caso dopo l’intervento sarà necessario seguire un periodo di
convalescenza.
Il lifting non chirurgico è invece una procedura ambulatoriale, che rientra nel campo della medicina estetica mini invasiva o non invasiva. Si ottiene proprio andando a stimolare quei processi fisiologici che risultano rallentati dall’invecchiamento, tra i quali in primis la produzione di collagene ed elastina da parte dei fibroblasti del derma.
Il lifting non chirurgico può essere realizzato attraverso tecniche iniettive oppure sfruttando il calore emesso da laser, radiofrequenza e ultrasuoni.
Al termine della seduta si può tornare immediatamente alla vita
sociale: non vi è infatti la necessità di un vero e proprio periodo di
convalescenza, anche se è opportuno seguire scrupolosamente tutti gli
accorgimenti e le prescrizioni del medico che ha effettuato la
procedura. Rispetto al lifting chirurgico, quello non chirurgico ha
indubbiamente meno rischi, è più facilmente programmabile, e dà un
risultato in termini di ringiovanimento molto più naturale.
Come funziona il lifting non chirurgico Ultherapy®? Quali sono i risultati?
Quando propongo Ultherapy®
alle mie pazienti mi preme sottolineare che è necessaria sempre
un’accurata visita ecografica per capire se la paziente è candidabile al
trattamento o meno (e, quindi se ha la corretta indicazione per quasi
tutte le profondità a cui possiamo operare).
La caratteristica rivoluzionaria di Ultherapy® è che possiamo arrivare a profondità rilevanti
(4.5 mm) con una metodica non invasiva e senza l’ausilio del bisturi. È
chiaro che il risultato post trattamento Ultherapy® non è paragonabile a
quello di un lifting chirurgico, ma la profondità di azione e il
meccanismo di azione sono oggetto di una letteratura scientifica ampia.
Con Ultherapy® abbiamo la possibilità di contrarre e dare un input alle strutture fibre di collagene (che in medicina prende il nome di denaturazione). Questo processo permette di stimolare il processo naturale e fisiologico di produzione di nuove fibre di collagene ed elastina.
Ho molta esperienza su Ultherapy® e posso asserire che, su pazienti con la corretta indicazione, otteniamo un rassodamento e un sollevamento dei tessuti veramente naturale, graduale e duraturo, apprezzato dai pazienti proprio per queste tre caratteristiche. Ultherapy®
è un trattamento che è in grado di riportare la pelle indietro nel
tempo, con la possibilità di rigenerarla dall’interno.
I risultati sono stabili fino a 24 mesi; la durata degli effetti, come in altri casi in medicina estetica, è molto soggettiva e varia da caso a caso. Dalla mia esperienza molti pazienti effettuano questo trattamento in media dopo un anno e mezzo/due.
Eseguire questa tipologia di trattamento non significa agire sui volumi o su risultati stravolgenti: Ultherapy® significa lavorare sulla qualità della pelle, in termini di tonicità e compattezza.